Rovine in rovina… L’Italia distrugge le sue miniere d’oro! L’esempio di Ladispoli

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In Italia abbiamo un inestimabile patrimonio storico-artistico ed è cosa nota. Non esiste città o paese che non presenti incredibili testimonianze del nostro ricchissimo ed affascinante passato. Se i politici avessero la lungimiranza di puntare su questa risorsa oltre che, eventualmente, su quella agroalimentare, per basarvi l’economia del nostro Paese, l’Italia sarebbe uno Stato tutt’altro che in crisi. Quando ci rechiamo all’estero, vediamo che chi ha anche solo due sassi di epoca romana in mezzo ad una campagna sperduta, pone quei due sassi come interessante tappa di giro turistico, ovviamente a pagamento, e li tiene in gran conto, ben protetti e conservati. In Italia, invece, siamo talmente abituati ad inciampare ovunque in resti di epoca greca, etrusca e romana, ad esempio, che preferiamo lasciare andare tutto in malora, come sta accadendo, tra l’altro, agli scavi di Pompei. Ma anche volendo tralasciare casi così eclatanti, ovunque si trovano testimonianze di questo scempio. Passeggiando, ad esempio, sul lungomare di Ladispoli, ci si imbatte in testimonianze di età romana lasciate non solo senza alcuna protezione dalle intemperie e dal salnitro proveniente dal mare ma, anche, senza protezione dal non improbabile vandalismo di ragazzini che vi si possono arrampicare per un selfie o, peggio, per portar via un souvenir… Si vedono pavimentazioni in mosaico parzialmente ricoperte di sabbia e fango, resti di muri in opus reticulatum e non vi è traccia, nemmeno, di un cartello che spieghi di cosa si tratti e che indichi l’epoca di appartenenza di tali reperti. Francamente trovo tutto questo davvero avvilente.

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Perché, mi domando, non concentriamo i nostri sforzi non solo nella salvaguardia del nostro patrimonio ma, anche, nello sfruttamento di questa miniera inesauribile rappresentata dall’intero territorio italiano? Conosco restauratrici ridotte a fare le babysitter per sopravvivere, un’altra bravissima restauratrice che viene chiamata per interventi in emergenza alla quale viene detto troppo spesso, però, che non si sa quando potrà essere pagata per il suo lavoro altamente qualificato. Questa stessa eccellente professionista, dopo decenni di attività, sta accarezzando l’idea di chiudere bottega. Tutto questo è vergognoso! Quanto lavoro e quanta ricchezza sprecate! Dovremmo aprire più scuole di restauro specializzate (architettura, scultura, pittura, arti cosiddette minori) ed utilizzare il personale così qualificato per la manutenzione e conservazione di quest’immenso patrimonio. Dovremmo tutelare e valorizzare tali risorse, sistemare musei ed allestimenti, organizzare convegni internazionali, pubblicizzare all’estero tutto ciò che abbiamo (anni fa ho accompagnato una famosa designer americana a visitare gli scavi di Pompei: non li aveva mai nemmeno sentiti nominare…). E poi dovremmo formare guide turistiche, incentivare la formazione di personale proveniente da istituti alberghieri che siano in grado di supportare alberghi e ristoranti, aumentare la capacità ricettizia e potenziare i collegamenti ed i mezzi di trasporto per facilitare gli spostamenti degli stranieri ed i flussi turistici in generale. La potenziale affluenza di viaggiatori che attraverserebbe il nostro Paese potrebbe rendere l’Italia uno degli Stati più ricchi d’Europa, in barba alla crisi. Ma, purtroppo, questo è il Paese dei furbi e degli sprechi, dei politicanti che stanno distruggendo e mandando in rovina questa miniera. Assistiamo quotidianamente al lento degrado e alla distruzione del Museo Chiamato Italia…

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