Si tratta di un adattamento cinematografico dell’omonimo musical di Broadway del 1986, firmato da Stephen Sondheim e James Lapine, basato sul libro Il mondo incantato di Bruno Battleheim. È una interessante storia in cui si intrecciano diverse fiabe: Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Jack e la pianta di fagioli, Raperonzolo. Al di là del cast e della regia (il film ha ricevuto tre nomination agli Oscar e tre ai Golden Globe), quello che ho trovato più interessante è il ribaltamento dei punti di vista. Non sempre ciò che si crede buono e giusto lo è davvero e non sempre chi si crede essere il cattivo lo è veramente. Talvolta i ruoli sembrano rispettati, altre volte, invece, il ruolo cambia a seconda del punto di vista dal quale si osserva la situazione e, come direbbe Alice nel Paese delle Meraviglie, “quel che è, non è, e quel che non è, è!”
Un detto anglosassone recita: “Attento a ciò che desideri, perché potrebbe avverarsi”. In questa storia, infatti, si esplorano i diversi desideri dei protagonisti, ciò che essi fanno per farli realizzare e le conseguenze che le loro azioni provocano o a cui conduce l’avverarsi stesso dei loro sogni.
Si esplora l’animo umano, la vanità, la superficialità della ricerca di una “vita migliore”, che è migliore solo in apparenza ma, spesso, non nella sostanza. E termina con un monito: fate attenzione ad ogni vostra scelta, poiché non esiste scelta senza conseguenza alcuna, e fate attenzione anche a quale fiaba raccontate ai vostri figli, perché anche quella è una scelta. Riflettete bene prima di parlare… perché i figli ascoltano.