
A quanto si legge da alcune testate, pare che la protesta di ieri sia rientrata (per conoscere la vicenda, potete leggerla al seguente link: https://arabafelicissima.wordpress.com/2022/03/25/storia-di-ordinaria-disinformazione/?preview=true) e che la preside non sia stata denunciata dai familiari delle ragazze coinvolte.
Gli articoli possono essere letti ai seguenti link:
Personalmente, da madre, avrei chiesto di visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nei corridoi della scuola per comprendere cosa fosse davvero accaduto nella mattinata di ieri, perché è ovvio che tanto le ragazze quanto la dirigente avevano tutto l’interesse a dichiarare ciò che faceva più comodo loro. Ma, a quanto mi risulta, questo passaggio non è avvenuto. In questo mio pensiero non c’è polemica ma insegnamento, perché sembra che chi comanda abbia i diritti e gli altri i doveri. Mi spiego meglio: se mia figlia avesse sbagliato e se le dichiarazioni sulla dirigente fossero state false, quindi diffamatorie, le conseguenze che la ragazza avrebbe dovuto scontare avrebbero dovuto essere molto più severe, data la gravità dell’atto diffamatorio, ed anche io da madre ne avrei dovuto subire le conseguenze. Ma se così non fosse stato, allora sarebbe stato giusto che altri si assumessero le proprie responsabilità invece di chiedere protezione. Dagli articoli dei quotidiani si legge che i quattro rappresentanti degli studenti sono stati accompagnati al colloquio con la dirigente da due agenti della Digos. Perché? La prof.ssa Santarcangelo si sentiva minacciata? Dal tono degli studenti durante l’intervista di ieri non apparivano aggressivi o minacciosi. Niente affatto. Anzi, sembravano molto lucidi e pacati. E dunque? Gli agenti della Digos avevano il compito di intimidire, con la loro presenza, gli studenti? Non sarebbe stato più opportuno che la dirigente si fosse fatta affiancare dal vicepreside e, se proprio lo avesse ritenuto più sicuro, da un altro docente?
Ripeto, è una personale sensazione e magari sbaglio, magari gli agenti non hanno presenziato al colloquio (non mi è ancora dato saperlo) e sono rimasti fuori dalla presidenza, ma questo clima che si respira non mi piace, ed il rispetto dei propri diritti, oltre che dei doveri, deve essere insegnato già a scuola, senza manovre di subdola intimidazione.
Può darsi che questa vicenda abbia insegnato a tutti, adulti e studenti, una lezione di vita: questa volta è andata bene a tutti, non è detto però che le cose vadano sempre così. Quindi attenti a comportarci sempre bene, altrimenti dovremo subire le conseguenze delle nostre azioni: in questo caso, è toccato ad una persona sola, una studentessa. Altre responsabilità non sono state indagate oppure si è scelto di perdonarle. Ma non sempre si può sperare nell’uso di due pesi e due misure.
Intelligenti pauca.