Interrail – considerazioni finali.

La nostra lunga avventura è terminata e non ci sono stati intoppi. Ma è arrivato il momento di tirare le somme e fare alcune considerazioni.

1) Se decidete di intraprendere un’avventura del genere è il caso di partire con largo anticipo, per avere il tempo di organizzare il viaggio con tutte le eventuali prenotazioni, spalmare la spesa di queste su più mesi, trovare i posti sui treni, avere maggiore possibilità di scelta per gli alloggi a prezzi inferiori ed infine per prenotare eventuali attrazioni con tutta calma.

2) Verificate se è il caso di fare un interrail di 1° classe piuttosto che di 2°, perché se è vero che costa un poco in più, consente di prenotare cuccette o vagoni letto in caso di viaggi notturni, che altrimenti sono decisamente pesanti. Nessuno, poi, vi costringe a prenotare gli spostamenti diurni in 1° classe. La scelta dipende dall’età degli interrailers 😜.

3) In passato fare l’interrail era l’unico modo economico che avevano i giovani per girare l’Europa. Non c’era bisogno di prenotare alcun treno e si poteva salire e scendere dai convogli a piacimento, mentre adesso ci sono dei limiti. Inoltre, in giro non c’era l’alto numero di viaggiatori che c’è attualmente e si poteva decidere una tappa all’ultimo minuto senza problema, perché si trovava facilmente posto, e tutto era molto più easy. Per finire, spesso i ragazzi andavano negli ostelli, che in genere erano delle topaie a basso costo. Adesso sono dei veri e propri alberghi e non sono più tanto economici né facilmente liberi. Tutto questo fa sì che si debbano organizzare tappe, spostamenti e alloggi in largo anticipo, perdendo un po’ della spontaneità di questo tipo di esperienza ed i costi non sono più tanto alla portata dei ragazzi.

4) Per ovviare ai problemi di cui al punto precedente, si può pensare di evitare le capitali e le mete più conosciute per andare alla scoperta di sentieri meno battuti, paesini e villaggi che, magari, sono anche più interessanti. Oppure ci si può rivolgere ai paesi dell’Est Europa che, a quel che so, meritano davvero di essere visti.

5) A differenza dei treni italiani, nei paesi nordeuropei i treni spaccano il minuto, funzionano, e si sa da quale binario partono con molte ore di anticipo. Allora mi domando: perché diavolo in Italia è così facile che non siano puntuali e, soprattutto, perché il numero del binario si conosce solo pochi minuti prima della partenza del treno (quando non cambiano il binario addirittura all’ultimo!!!)? Per carità, i nostri treni sono spesso più belli, ma a questa bellezza in genere non corrisponde altrettanta comodità.

6) Sono alcuni anni, ormai, che vado e vengo da Roma in treno ma non ho mai incontrato interrailers, tanto che credevo che questo tipo di viaggio non esistesse più. In giro per l’Europa se ne vedono di più. Come mai? È una pratica poco pubblicizzata da noi, snobbata dai nostri ragazzi, o semplicemente ormai troppo dispendiosa? Questa risposta la lascio a voi…

7) Considerazioni sulla Germania: non c’è bisogno di preoccuparsi se non si conoscono le lingue. In questo paese ci sono moltissimi italiani o figli di italiani ed è estremamente facile trovare qualcuno che possa parlare con noi. Non sempre è un popolo così preciso e onesto: spesso saltano le file e talvolta si trovano i furbetti che cercano di imbrogliarti. Tutto il mondo è paese! (Ovviamente le mie generalizzazioni non vanno intese come tali ma si riferiscono a comportamenti più o meno diffusi che non solo in questo viaggio ho avuto modo di notare tra tanti, non tutti, gli abitanti della Germania).

8) A proposito della Germania: fanno un cappuccino più buono del nostro (specialmente a Berlino!), il che spiega forse la passione teutonica per questa bevanda.

9) Sebbene Copenhagen sia mediamente una bella città e ben organizzata, a parte il centro è un luogo piuttosto triste, privo di vita e poco movimentato. Dopo le 18 si svuota e dopo le 22 è un autentico deserto. Forse per questa ragione è la città che ci è piaciuta meno.

10) Come è facile immaginare, Amsterdam è l’esatto opposto di Copenhagen: vitale, gioiosa, piena di giovani e di turisti, molto meno “scombinati” di quanto si possa credere. Non si smetterebbe mai di fare shopping, dalle scemenze per turisti (in special modo), ai formaggi e alla cioccolata. È però una città carissima, forse la più cara che abbiamo visitato nel nostro tour, insieme ovviamente a Copenhagen.

11) Londra. Per fortuna avevo avuto modo di vederla, in passato, nel mese di aprile. Mai più tornerò in estate: calda, caotica, superaffollata. Vi sconsiglio di vederla in luglio e agosto. La odiereste. Anche qui lavorano molti italiani. Gli inglesi sono generalmente molto cortesi ma risultano un po’ “ingessati”. Non aspettatevi grandi slanci sebbene, ripeto, siano molto cortesi. Merita, comunque, una visita piuttosto lunga: sono tante le cose da fare e da vedere.

12) York è molto turistica e molto piccola: non vale la pena soffermarsi più di due giorni a meno che non si vogliano vedere anche i dintorni, cioè lo Yorkshire.

13) Edimburgo: che dire?! Sono di parte. Noi l’abbiamo amata più di qualunque altra tappa. Tanto sono freddi ed educati gli inglesi, tanto sono socievoli, allegri ed ospitali gli scozzesi! Non è improbabile incrociare per strada uomini con il kilt anche se non è così frequente come si possa immaginare. E non lasciatevi impressionare: l’haggis è squisito!!! Se riuscite ad andare a Edimburgo nelle prime settimane di agosto è anche meglio: potreste vedere il Military Tattoo che noi, purtroppo, ci siamo perse. I ristoranti chiudono le cucine alle 21,00 ma i numerosi pub e cocktail bar chiudono alle 23,00. O meglio, da quell’ora non possono ospitare avventori all’esterno dei locali.

14) Mancavo da Parigi da trent’anni. C’ero stata due volte e l’avevo amata. Adesso è molto più sporca, caotica e disorganizzata. Sono arrivata quasi ad odiarla. Anche qui, probabilmente, abbiamo scelto il periodo sbagliato. Inoltre abbiamo notato che i parigini non sorridono mai, né gli adulti né i bambini… Che tristezza! In compenso i francesi di seconda generazione, decisamente belli e piuttosto raffinati, sono più disposti al sorriso (ciò vale specialmente per gli uomini… Scusate se sono di parte! 😜)

15) Tornando al confronto tra i vari paesi europei con l’Italia, stavolta mi soffermo su Salerno. Abbiamo la cosiddetta metropolitana leggera, cioè una linea ferroviaria che collega lo stadio Arechi alla stazione di Salerno ogni 20 minuti ed è stata aggiunta qualche fermata urbana ai treni regionali tra Salerno e Napoli. Ma il problema, affrontato spesso anche dai turisti, è l’acquisto dei biglietti. Sì, perché se sei straniero non saprai mai dove comprarli. E anche se sei salernitano e devi prendere la metropolitana quando i tabaccai sono chiusi, dovrai sicuramente andare a piedi. Mi domando: ma qui non hanno mai sentito parlare di biglietterie automatiche? È così difficile installarne un paio in ogni stazione?

16) Una cosa che mi ha particolarmente colpito: in Danimarca, patria della Ceres, e in Scozia, patria della Tennents, queste birre non si vedono da nessuna parte. Ma la cosa che più mi ha stupito, quasi ovunque, è il fatto che è molto venduta ed apprezzata la birra italiana: Moretti, Nastro Azzurro e soprattutto la Peroni sono diffusissime e molto richieste. Francamente, non l’avrei mai pensato…

17) Paese che vai, usanze che trovi. Parliamo dei semafori. Di Amsterdam ho già parlato ampiamente nel capitolo a questa riservato (https://arabafelicissima.com/2018/07/16/diario-di-viaggio-parte-3-amsterdam/) . Per quanto riguarda Copenhagen, pare che se i pedoni non attraversano sulle strisce questi possano anche essere arrestati (un po’ esagerato ma tant’è!). A Londra, ho constatato che la zona di Marylebone ha semafori per i pedoni non sincronizzati, per cui se diventa verde per l’attraversamento di una carreggiata, contemporaneamente diventa rosso per l’attraversamento della seconda. Ma l’assurdità totale l’ho trovata a Parigi… Attenti ad attraversare col verde: se lo è per i pedoni, lo è anche per le auto che devono svoltare in direzione degli stessi. Sì, avete letto bene: il verde scatta sia per i pedoni sia per le vetture che devono svoltare ed è una gran confusione. Forse per questo a Parigi nessuno rispetta semafori o strisce pedonali. Ma proprio nessuno. Mai! Avevo visto questo comportamento solo da noi.

18) Se decidete di andare a Parigi, vi conviene verificare prima quali musei volete visitare, i giorni di chiusura anche parziale ed i costi, che spesso non includono tutti i settori degli stessi. Fate un confronto con il costo del pass e di ciò che lo stesso include. Attenzione, perché quando vedete l’elenco dei musei inclusi, non è scritto da nessuna parte che alcuni settori, spesso i più interessanti, di quegli stessi musei si devono pagare a parte, perché non inclusi nel pass. Personalmente, trovo tutto ciò disonesto o, in ogni caso, scorretto. Difatti una cosa del genere è avvenuta solo in Francia. Quindi verificate con attenzione prima di acquistare il pass.

Avrei voluto stilare un semplice decalogo di considerazioni finali ma, a mano a mano che scrivevo, mi venivano in mente altre cose e così, tanto per variare, mi sono dilungata un po’ troppo. Spero che abbiate trovato interessante il mio diario di viaggio e che vi fossero spunti utili per le vostre prossime avventure. Grazie per avermi seguito! Alla prossima! 🤗

12 pensieri su “Interrail – considerazioni finali.

  1. Grazie dei consigli anche se io non farò mai un’esperienza simile, però è stato bello leggerti. Io potrei impazzire solo all’idea di dormire in una cuccetta figuriamoci tutto il resto 😀

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