Diario di viaggio – parte 2: Copenhagen.

07/07, ore 22,52: eccoci sul treno che ci porterà ad Amburgo, per poi prendere la coincidenza per Copenhagen. La batteria del mio telefono è morta e con sommo disappunto scopro che su questo treno, dotato di scompartimenti, non c’è una presa per ricaricarla. I sedili non sono reclinabili nemmeno leggermente e se provo (come infatti provo) a stendermi, la forma ergonomica delle sedute, dure come mattoni di tufo, mi massacra schiena e costole. Ergo: si dorme seduti. O meglio… non si dorme! Non avendo l’uso del telefono non sono sicura della stazione alla quale dovrò scendere. Così quando sento, in tedesco, ripetere che la prossima stazione è Hamburg Hamburg (un po’ come Candy Candy, evidentemente ripetono due volte il nome della località) mi dico “ci siamo!” e con le mie figlie ci accingiamo a scendere. Strano come sia piccola la stazione, Amburgo è una grande città. C’è poco movimento alle 7,30 circa del mattino. Saliamo nella hall ed all’ufficio informazioni chiedo all’addetto se gentilmente mi fa mettere in carica il telefono. Lui garbatamente acconsente. Poi, dopo una decina di minuti che mi vede lì a chiacchierare con le mie figlie, in attesa evidentemente di un altro treno, mi avvisa che quella in cui siamo non è la stazione centrale di Amburgo (Hamburg Hauptbanhof) bensì una stazione periferica: Hamburg HARBURG! O porca paletta, allora non parlano come i cartoons, sono io che non capisco niente (ovviamente)!!! Panico! Ma il gentile addetto all’info point mi avvisa che di lì a dieci minuti passa un treno che in tre minuti ci porta a destinazione, cioè alla vera stazione centrale di Amburgo. Per fortuna, abbiamo circa un’ora di tempo per prendere il treno che ci porterà a Copenhagen. Così, ringraziato il gentile signore, non solo raggiungiamo Hamburg Hauptbanhof (che è decisamente molto grande) ma, addirittura, riusciamo a fare colazione col cappuccino prima della nostra coincidenza. Ma, si sa, per la legge del contrappasso, non può filare tutto liscio e, così, giacché ci è andata di lusso con treni e coincidenze, salite a bordo scopriamo che alla stazione una delle mie figlie ha perso il suo telefono… Niente di importante o di valore, perché in occasione del viaggio, per motivi di sicurezza, ho fornito le mie figlie di vecchi citofoni coi tasti, che si aprono a libro, privi di internet. Però era utile. Vabbè… Pazienza! L’importante è arrivare a destinazione. Ore 14,45 circa: ci siamo! Così ci rechiamo a ritirare le Copenaghen Cards, alla stazione, ordinate da casa e valide tre giorni, con cui salire e scendere da tutti i mezzi pubblici e con le quali vedere, inclusi nel prezzo, tutti i musei. La prima cosa che ci colpisce, stranamente, sia alla stazione sia fuori, è la puzza (sensazione che, dal giorno dopo, svanirà). La seconda è il numero impressionante di biciclette. Bici ovunque!!! Dopo mezz’ora siamo nel nostro appartamento al centro della città e, dopo poco più di un’ora, inizia il nostro tour. Scendiamo a piedi e ci imbattiamo subito nella Round Tower, una sorta di torre astronomica rinascimentale che racchiude una rampa elicoidale che giunge in cima. Da lì, osserviamo per la prima volta la città.

Poi scendiamo a ridosso dei canali e, approfittando dell’occasione delle nostre cards, facciamo un giro in battello della durata di un’ora lungo i canali, con la guida in italiano, mangiando Smørrebrød, una tradizionale pietanza di Copenhagen, che consiste in una sorta di sandwich cabriolet (cioè scoperto) di pane di segale, farcito in ogni modo possibile ed immaginabile. Ci troviamo in questa città proprio durante il periodo del Copenhagen jazz festival, per cui si sente musica ovunque. Palchi sono montati nelle piazze mentre all’interno dei cortili dei palazzi vi sono ulteriori piccoli concerti. La città è molto viva e piena di turisti e giovani. Ciò nonostante siamo stanche, e torniamo a casa presto.

09/07: stamattina ci alziamo con calma. Il primo pensiero delle mie figlie è fittare una bici per girare in questo modo, come i danesi. Perciò iniziamo a girare per le vie in cerca dei noleggiatori. In verità c’è un comodo servizio di noleggio del Comune ma tutte le biciclette sono troppo alte per le mie figlie. Quindi ci rassegnamo e ci dirigiamo a visitare il palazzo reale di Amalienborg, tutt’ora utilizzato dalla famiglia reale danese.

È un palazzo davvero molto bello e vale la pena visitarlo.

Dopo ci rechiamo presso la Marble Church, che si trova proprio di fronte al palazzo reale, ed infine andiamo a vedere la famosissima Sirenetta.

Dopo questo lungo giro ci dirigiamo al Nyhavn, il punto più caratteristico e famoso di Copenhagen, con le sue tipiche case colorate lungo il canale, rappresentato in tutte le cartoline ed immagini più famose della città. Purtroppo, non vi sono altri luoghi simili altrettanto pittoreschi in tutta Copenhagen. Inoltre è talmente turistico da essere invaso da bar, ristoranti, locali e, ovviamente, turisti.

Alla fine facciamo due passi nel giardino del palazzo di Rosenborg, prima di andare a cenare, e si fa un po’ tardi. Così scopriamo, con nostro immenso dispiacere, che le cucine dei ristoranti chiudono alle 22,00 (cioè quando vogliamo cenare noi) e quindi rimaniamo senza cena… Sigh! Per fortuna a casa è rimasto qualcosa per organizzare dei sandwich di fortuna…

10/07: sveglia presto, perché la giornata è piena di impegni!

Prima tappa: castello di Christiansborg, con le scuderie e le cucine reali. Nelle prime ci sono un sacco di carrozze bellissime, le seconde sono gigantesche. Il palazzo è solo una sede di rappresentanza ma i suoi saloni sono davvero notevoli.

Dopo aver ammirato gli splendidi saloni, andiamo a prendere i mezzi per andare a visitare lo storico birrificio Carlsberg. Questa zona di Copenaghen sembra più isolata, tipo periferia industriale, e non dà una grande sensazione di sicurezza. Appena arrivate, per prima cosa facciamo un giro sul carro trainato dal cavallo col quale, in passato, consegnavano le casse di birra. Poi, affamate, pranziamo sedute ai tavoli all’aperto del birrificio (che offrono agli adulti una birra ed ai minorenni una bibita a scelta). Poi facciamo il tour del museo-birrificio.

È un’esperienza davvero interessante. Tornate in centro, decidiamo di recarci ai giardini Tivoli.

Confesso di non avere mai visto un parco più bello! Le giostre non sono moltissime ed essendo poco lo spazio a disposizione, si sviluppano perlopiù in altezza, creando emozioni alquanto vertiginose. Ma la cosa più bella è l’atmosfera del parco ottocentesco. Quest’anno ricorrono 175 anni dalla sua apertura. A quanto pare, però, la sfiga dei parchi giochi ci perseguita, e non appena mettiamo piede nel Tivoli inizia a piovere!!! Prendiamo acqua a secchiate e, nonostante le giacche impermeabili, ci inzuppiamo e congeliamo. Tra uno scroscio e l’altro riusciamo anche a fare un bel po’ di giri sulle giostre. Andiamo via solo alla chiusura del parco, verso le 23,00, quando la città già dorme ed è semideserta.

11/07: stamattina dobbiamo preparare i bagagli per lasciare l’appartamento a mezzogiorno. Prima, però, andiamo a visitare il castello di Rosenborg, che si trova proprio alle spalle del nostro palazzo, e custodisce i gioielli della Corona. Attorno al castello c’è un bellissimo giardino e, ancora, un grande parco, nei quali è piacevole intrattenersi.

Poi si entra nel castello, si visita e si accede nelle stanze sotterranee che conservano i gioielli della Corona.

Alla fine del giro, andiamo a ritirare le nostre valigie che portiamo al deposito bagagli della stazione, e poi torniamo a bighellonare per la città, acquistando qualche souvenir in fretta, perché i negozi chiudono alle 18,00. Tra le varie tappe ci fermiamo ai Magasins du Nord dove ci lasciamo attrarre da un intero, enorme reparto di caramelle e cioccolato, in cui offrono assaggi vari. Tra questi, la liquirizia salata, specialità del posto. Purtroppo, saggiamo anche una liquirizia mou salata, molto buona ma un po’ dura… E, ahimè, ci rimetto un molare, la cui ricostruzione salta via! #@%€!!!😠

Ci fermiamo, poi, ad ascoltare un po’ di jazz in un cortile (ed io bevo una birra), torniamo nel parco di Rosenborg dove le mie figlie si arrampicano sugli alberi ed infine ci decidiamo ad andare alla stazione, dove ceniamo in un fast food.

Poi cerco informazioni per il treno che dobbiamo prendere ma… Non ho mai visto una stazione peggio organizzata di così! L’ufficio informazioni chiude all’orario dei negozi e non ci sono addetti in giro a cui chiedere che sappiano dirci qualcosa. L’orario del nostro treno è stato modificato ma non risulta nulla da nessuna parte e non sappiamo a quale binario andare. C’è qualche altro passeggero nella nostra stessa situazione ed iniziamo a scambiarci informazioni. Anche perché sui tabelloni non sono riportate le stazioni intermedie e noi non sappiamo dove andare. Finalmente incontriamo un addetto che ci sa dare informazioni e così possiamo partire alla volta di Amsterdam!